venerdì 5 gennaio 2018

Una fiaccolata per l'Ortopedia a Vergato



Il freddo, reso ancor più pungente per l'umidità, non ha impedito a tante persone di sfilare lungo le vie di Vergato per ribadire il dissenso all'intenzione di trasferire il reparto di ortopedia dall'ospedale di Vergato a quello di Porretta Terme.
Erano circa 200 secondo gli organizzatori, tra cui anche una rappresentanza della comunità islamica della Valle del Reno, coloro che hanno alzato striscioni di protesta e alla luce delle fiaccole hanno raggiunto l'ospedale di Vergato per un confronto con politici e amministratori.
Il timore è quello del depotenziamento dell'ospedale che con la perdita del reparto verrà ridotto a servizio di primo intervento aperto 12 ore al giorno e quindi non più presidio ospedaliero.
A ciò si aggiunge un secondo timore, quello cioè che, con il trasferimento a Porretta dell'ortopedia, l'utenza del centro valle non utilizzerà l'ospedale di Alto Reno Terme, ma il Maggiore di Bologna. Ne conseguirà una diminuzione del numero di pazienti che si servirà del servizio ospedaliero locale e di conseguenza, come è avvenuto per il punto nascite, verrà utilizzato il pretesto del numero insufficiente di utenti per chiudere anche Porretta.
Insomma, una doppia beffa e la vanificazione di tutto ciò che è stato fatto fino ad ora per migliorare l'offerta ospedaliera nella valle del Reno. 

No, no al trasferimento” ha esordito la presidente del Comitato in difesa dell'Ospedale, Morena Cioni ( nella foto) . “ Speriamo che gli amministratori diano seguito a ciò che i cittadini richiedono. Noi comunque non ci fermeremo”.
Di Loris Bonantini un intervento deciso e applaudito: “Quando protestavamo ci zittirono dicendo che eravamo degli allarmisti. A marzo il reperto sarà trasferito,” ha detto per sostenere la malafede degli amministratori. “ Vergato è al centro della valle del Reno. La posizione è utile persino ai residenti di Savigno. Non è accettabile questo disgraziato progetto di depotenziamento. Gli amministratori dovranno rendere conto anche dei 20 milioni spesi per l'ospedale di Vergato quando un intero piano della nuova struttura è inutilizzata”. Ha poi concluso dicendo che se la fiaccolata non avrà conseguenze, la prossima protesta sarà in Regione.

A tal proposito era presente la consigliera regionale del Movimento 5 Stelle Silvia Piccinini ( nella foto) ,  che ha detto: “ Siamo stati chiamati gufi, invece avevamo visto bene e ciò che sta accadendo lo dimostra,” e ha invitato, strappando un caloroso applauso, a intervenire con l'arma di cui il cittadino dispone : il voto. “Cambiare si può. Cambieranno anche gli amministratori”.
Quindi è intervenuta Giuditta Uliani: ha riferito che le opposizioni hanno chiesto un consiglio comunale straordinario perchè venga fatto il punto sul piano di riordino ospedaliero in un incontro pubblico e ha lamentato il fatto che non c'è stato un percorso condiviso sulla tematica, contrariamente a quanto promesso.
Giuseppe Argentieri ( nel centro della foto)  ha precisato: “ Siamo qua per la sanità. Quello presentato non è un piano di riordino ospedaliero, ma di depotenziamento per tutta la vallata,” e ha chiesto di reagire per evitare il peggio per il presente e soprattutto per il futuro.
Infine l'intervento di Morris Battistini che, a rimarcare la malafede degli amministratori pubblici, ha riferito che l'Unione dei Comuni dell'Appennino bolognese ha già votato, dando il consenso, il nuovo piano di riordino ospedaliero, accettando quindi il trasferimento di ortopedia.
La promessa generale è stata quella di non mollare, ma di agire per raggiungere in modo determinante le 'vere' sedi decisionali.


Galeazzo Bignami scrive:

Purtroppo, per ragioni stagionali di salute, non potrò prendere parte alla manifestazione odierna ma esprimo il mio sostegno alle ragioni del comitato.
 Da anni ormai segnaliamo, in tutte le sedi opportune, quanto sta avvenendo nei territori montani: il depotenziamento dei presidi sanitari è sotto gli occhi di tutti. Politiche ben lontane da quella valorizzazione della montagna promessa solo sulla carta da chi governa a livello regionale. La nostra battaglia non si fermerà fin tanto che non sarà affermato con forza il principio di salvaguardia dei servizi sanitari sul territorio montano e la messa in rete delle eccellenze all'interno di un sistema metropolitano che miri davvero a valorizzare gli ospedali di montagna, tutelandone le eccellenze e le specificità. Si fa presto a inserire paragrafi generici sulla salvaguardia della montagna in tutti gli atti ufficiali. Alle parole però non sempre seguono i fatti. E quanto sta accadendo a Vergato ne è un lampante esempio. La Regione si faccia un esame di coscienza su una riorganizzazione sanitaria che non sta affatto tutelando le popolazioni dei territori montani.




































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