giovedì 15 settembre 2016

La riforma costituzionale, un delitto. ECCO LA CONFERMA DEL 'MANDANTE'.

Da Dante Franchi. 

Ecco chi è il mandante della revisione alla Costituzione secondo il già membro  dell'Alta  Corte.

La strabiliante dichiarazione dell’Ambasciatore degli Stati Uniti in Italia, secondo la quale la vittoria del No al referendum costituzionale produrrebbe una specie di catastrofe finanziaria per l’Italia, conferma quanto abbiamo cercato di porre in luce con il volume tascabile “Gli inganni della finanza”, edito da Donzelli e in libreria dal 30 giugno u.s.
Questa presa di posizione dell’ambasciatore statunitense dimostra infatti che le vere ragioni della riforma costituzionale Renzi-Boschi, sono ben diverse da quelle che ci vogliono far credere, e cioè la riduzione  dei costi del Senato (si tratterebbe, secondo i calcoli della Ragioneria Generale dello Stato di circa 51 milioni di euro, facilmente recuperabili sotto altre voci di bilancio) e l’abbreviazione dei tempi necessari all’approvazione delle leggi (è stato ampiamente dimostrato da illustri costituzionalisti che tali termini risultano allungati e non diminuiti). Laddove il vero motivo della riforma è invece quello di favorire la finanza internazionale a discapito degli interessi economici dell’Italia.
Lo prova innanzitutto il fatto che questa riforma è stata esplicitamente sollecitata da una famosa nota della J.P. Morgan del 2013, nella quale si faceva presente che le Costituzioni degli Stati del sud Europa emanate nel secondo dopo guerra erano di carattere antifascista e contrarie alle esigenze dei mercati. Ed è proprio in relazione a questa richiesta che Il nostro Governo, sostituendosi al Parlamento e al Popolo sovrano (ai quali la Costituzione attribuisce la competenza chiedere un referendum), si è fatto promotore di una riforma della nostra Costituzione, che, alla luce dei fatti, persegue due importanti finalità: da un lato, impedire che le leggi fin qui emanate a favore della finanza e in contrasto con la vigente Costituzione, possano essere dichiarate incostituzionali, e dall’altro, cancellare l’ultimo ostacolo giuridico che si oppone agli interessi della finanza, e cioè i diritti fondamentali che sono scritti nella prima parte della Carta costituzionale.
Infatti, a ben vedere, e indipendentemente da una miriade incalcolabile di errori e contraddizioni giuridici, questa riforma costituzionale persegue in concreto tre obiettivi fondamentali: A) accentramento dei poteri nell’esecutivo (“un uomo solo al comando”), B) distruzione del Senato nella sua formazione di soggetto idoneo ad esercitare le relative funzioni, C) annientamento della garanzia costituzionale relativa alle modifiche della Carta di cui all’Art.138 Cost., che prevede un doppio esame, ad una distanza di tempo non inferiore ai tre mesi, da parte di due Camere di pari rango. Perseguendo questi, per così dire, “aggiustamenti” della vigente Costituzione, si ottiene il risultato che la finanza può agevolmente trattare con un uomo solo, il Presidente del Consiglio dei Ministri, che questo uomo solo può ottenere facilmente l’approvazione delle sue proposte di legge, da un Senato di cento senatori nominati e scelti tra consiglieri regionali e sindaci, cioè tra soggetti facilmente manovrabili, e da una Camera dei Deputati, che, in virtù del ballottaggio ad arte previsto nella legge elettorale può approvare una legge con una maggioranza “fittizia” costituita anche (secondo i calcoli sull’attuale situazione politica) del venti per cento dei votanti, e cioè del 15 per cento circa degli aventi diritto al voto. Una dissimulata forma “di governo Presidenziale” senza contrappesi e per di più rappresentante in concreto di una trascurabilissima minoranza di cittadini italiani. A ciò deve aggiungersi, come si accennava, la possibilità di modificare anche la prima parte della Costituzione, nella quale sono sanciti e tutelati i diritti fondamentali dell’uomo (diritto al lavoro, diritto alla salute, diritto all’ambiente, diritto all’istruzione e così via dicendo), non essendovi più due Camere di pari rango (essendo divenuto il Senato un fantoccio di se stesso)che devono esprimersi sul progetto di modifica con due esami a distanza non inferiore a tre mesi, ed essendo la Camera dei deputati (sempre a causa del ballottaggio) espressione di una “maggioranza fittizia”, e cioè di una infinitesimale parte del Popolo italiano.
E’ questo che interessa alla finanza, ed è per questo che si dà tanta importanza a questa riforma.
Si tratta di una linea politica seguita dai nostri governi da antica data e sostenuta dall’Europa che ci ha imposto il “bail-in”, il “six act” ed innumerevoli altri provvedimenti, tutti avallati dalla Commissione europea, che sono contrari agli interessi dei popoli dell’Unione.
Che tutto ciò corrisponda, come ripetuto, agli interessi della finanza è poi dimostrato dai tentativi di approvazione, in sede di Unione Europea, del Trattato transatlantico TTIP tra Usa e UE, e del CETA tra Canada e UE. Poiché in Europa vige il principio di precauzione, mentre in America può esser messa in commercio qualsiasi merce, con questi trattati si vuole stabilire che sulle Costituzioni europee predomina il principio della libertà di commercio e di investimento, e che, qualora Costituzioni e leggi statali siano di ostacolo a questi commerci e investimenti, i commercianti e gli investitori, statunitensi e canadesi, hanno diritto ad un risarcimento del danno determinato da un arbitro nominato da loro stessi.
Le forti pressioni a favore del sì, da parte della stampa americana ed inglese, e da ultimo da parte dell’ambasciatore USA in Italia, di carattere intimidatorio, dimostrano, dunque, inconfutabilmente che la vera finalità della riforma è tutelare gli interessi della finanza internazionale e non gli interessi dell’Italia.
Siamo sicuri che il Popolo italiano, consapevole che il referendum costituzionale è espressione della sovranità popolare e non delle politiche governative, saprà rispondere con un forte NO a qualsiasi forma di intimidazione; anche perché chi intimidisce, intimidisce sempre, e quindi non bisogna obbedirgli in nessun caso.
In una parola, voterà Si soltanto chi vuole mantenere questo stato di cose, che ci porta alla rovina, e voterà No chi vuole “cambiare” questa politica di favoreggiamento della finanza, che sta annientando, cinicamente, tutte le nostre possibilità di ripresa.

Paolo Maddalena
(gia' membro della Corte Costituzionale)

8 commenti:

Anonimo ha detto...

l'unica cosa su cui i giornaloni appecoronati al governo, spendono le loro (poche) energie per parlare di MR è il solito pippone dell’Italicum, del quale non interessa assolutamente nulla a nessuno. Un’arma di distrazione di massa come un’altra, un modo come un altro per non parlare di referendum che è la cosa vera a cui tiene invece MR e a cui gli italiani si stanno appassionando, perché hanno capito che forse quel No è l’unico grimaldello buono per scardinare questo governo. Le rivolte popolari di Catania, Napoli e Milano, farebbero pensare in tal senso. MATTEO R. non riesce nemmeno più a stare a galla sulla sua mediocrità e abbandona l’Italia a crescita zero, come certifica l’Istat.P
Pensioni, tasse, scuola, Pil, banche, debito, pubblica amministrazione. Ci possiamo fidare di uno come M. Renzi? Speriamo se lo domandino anche gli italiani di qui a novembre.

Anonimo ha detto...


Grazie .........del comunicato e un saluto da noi poveri italiani indebitati fino alle orecchie x arrivare a metà del mese con lo stipendio, non ce la facciamo più a causa della continua ed estenuante, lunga pressione fiscale. Ma poi cosa abbiamo risolto? il debito pubblico aumenta di continuo, tanti proclami, bla bla bla e nulla si è fatto, andiamo sempre x il peggio.

Anonimo ha detto...

Meno burocrazia per le imprese; uno sforzo comune, che per ora non vede, nei temi economici; alla Raggi chiede «onestà, capacità concrete e assoluta dedizione». E per la prima volta interviene in tema di referendum costituzionale: «Ognuno si informi personalmente e non si accontenti del sentito dire».Siete preoccupati per la situazione che attanaglia gli imprenditori stretti tra burocrazia e tasse eccessive?

«Coloro che soprattutto in un contesto difficile come l'attuale investono per creare lavoro sono benemeriti; e tutto ciò che facilita tale obiettivo vitale è, pertanto, benvenuto da tutti. Naturalmente, il lavoro deve essere onesto o non è nemmeno degno di questa parola. Aggiungo che non solo dovrebbe essere alleggerito il peso della burocrazia, ma che dovrebbe anche essere stemperato un certo clima perché, nell'applicazione delle norme, nessuno viva col terrore nell'assumere decisioni e dare risposte»

Anonimo ha detto...

Nella fattoria degli animali parlanti di Orwell queste cose non si dovrebbero scrivere, tanto le pecorelle non capiscono di che si parla e si rivoltano sempre solo contro chi vorrebbe liberarle e non contro gli allevatori della predetta fattoria.

Il resoconto è buono, ma per essere completo avrebbe dovuto citare anche i “deterrenti” minacciosi che gli allevatori della fattoria degli animali parlanti sono pronti usare contro le greggi disubbidienti.....(omissis)

I “buonisti” e gli ufficialisti della Corte Costituzionale prendono tutti lo stesso galattico stipendio e pensione, e non aggiungo altro.

NO Renzi

Anonimo ha detto...

Io ho 64 anni, ho avuto l'età per fare il '68, ho militato per anni nei movimenti extraparlamentari, poi nel PCI, DS e adesso voto PD. Non ne posso più di questi vecchi politicanti che ci hanno condotto di sconfitta in sconfitta sempre abbarbicati al passato.
Ora, per la prima volta dal dopoguerra, abbiamo un governo a guida PD, in cui il principale partito della sinistra è la forza propulsiva e che cerca di adeguare la struttura dello Stato italiano ai nuovi tempi.I nemici della democrazia sono quelli che vogliono conservare tutto com'è mentre il mondo cambia. Vogliamo mantenere una democrazia parlamentare nata nel 1947 in cui tutti, partiti, partitini, gruppi di pressione, sindacati, hanno un diritto di veto verso gli altri e che di sua iniziativa non riesce a concludere alcunché? Vogliamo che di fronte alla nostra inconcludenza l'Europa di ponga di fronte alla scelta se accettare una troika che ci imponga cosa fare (vedi Grecia) o uscire dall'euro? Preferiamo avere in tasca degli euro o dei pezzi di carta chiamati lira che in poco tempo varrebbero meno della carta su cui sono stampati? Io voto SI grande come una casa!

Anonimo ha detto...

Sig. 14.51, tanti luoghi comuni e tante banalità in un unico commento sono difficili da trovare.
Perché non ci spiega come tiene assieme i principi del P.C.I. con chi sta cancellando quelle conquiste?
Mica può pretendere che siano tutti disposti a portare il cervello all'aall'ammasso come pare faccia lei.

Anonimo ha detto...

Basta un sì... Ma un sì per cosa?
Dopo il nuovo esplicito sostegno dell'ambasciata statunitense, della Merkel, del sistema bancario e dell’Unione Europea la risposta è palese: basta un Sì per svendere il nostro Paese e azzerare la nostra sovranità popolare!
Per esempio... E' lo stesso comitato per il sì" che ci fa sapere che, se passerà la riforma costituzionale, "sarà finalmente possibile rilanciare le attività di ricerca ed estrazione di gas e petrolio in Italia". Evviva! Ottimo! Trivelliamo! Sì! Puntiamo tutto sulle energie fossili! Sì! Facciamo ricerca utilizzando il metodo dell’Airgun (come già oggi succede). Sì! Inquiniamo e deturpiamo fino all'ultimo centimetro delle nostre coste e dei nostri mari! Sì! Investiamo fino all'ultimo centesimo sul Tap (il megagasdotto che dalla Puglia attraverserà l'Italia intera, senza però portare gas nelle case degli italiani). Sì! Torniamo al paleolitico dell'energia mentre nel resto d'Europa si sta già puntando tutto sulle fonti verdi! Sì! Fidiamoci di Renzi che con la sua idea di crescita e di futuro ci sta portando nel baratro! Basta un sì! E con un sì, oltre al resto, anche i sogni delle lobby del petrolio si avvereranno...

Anonimo ha detto...

Poveri comunisti incalliti e strettamente legati al passato, passato ormai lontano, nel quale il loro divertimento più grande era quello di entrare lei governi del momento per poi sfasciarli e farli cadere dopo al massimo due annio di vita.
Rimanete pure legati al passato e sarete sempre più scaricati dal popolo Italiano, lo dimostrano le tante elezioni che, da quel glorioso passato, vi hanno scaricati sempre di più. Ora per far cadere il governo, che non vi ha voluti, state raccontando un sacco di bugie grando come grattacieli, rimanete pure dove siete, magari in compagnia di Dalema, tanto, anche se per caso vincesse il NO, resterete sempre quel 1/2% che siete ora.
BASTA UN SI', E UN SI SARA' grande e sempre, per approvare quelle riforme che, anche voi, volete da quarant'anni fare e non siete mai riusciti a farle!