martedì 15 settembre 2015

Non tutti i vergatesi 'digeriscono' il costo della mensa scolastica.



Mentre a Monzuno il dibattito politico si è alimentato con il contenimento dei tempi di accensione dell’illuminazione pubblica, a Vergato ‘tiene banco’ l’aumento dei costi della mensa scolastica, ritenuto eccessivo. Entrambi i provvedimenti sono finalizzati al contenimento dei costi di gestione a carico dell’ente pubblico e a far quindi quadrare il bilancio, sofferente per le diminuzioni dei trasferimenti ‘romani’. A Vergato si è persino organizzato una raccolta di firme di sostegno a una petizione che chiede agli amministratori il ripensamento e il ritorno a costi contenuti dei servizi scolastici.

Giuseppe Argentieri ( nella foto ) ha analizzato gli aumenti, è ha riscontrato qualcosa di preoccupante. In alcuni casi, egli sottolinea,  il buono pasto più la quota fissa che la famiglia è chiamata a sostenere, potrebbe portare il valore pagato del pasto a una cifra superiore a quello che è il costo sostenuto dal Comune per il singolo pranzo. Argentieri ha preso ‘carta e penna’ e ha stilato il suo commento che riportiamo:

“Il Comune di Vergato, con l'approvazione del bilancio preventivo, ha alzato la tassazione IRPEF portandola all'8 per mille, la tassa sui rifiuti del 5%, il costo della sosta  ad 1 euro all'ora e le tariffe della mensa scolastica.
In merito a quest’ultima voce ho  fatto  i calcoli sugli importi annui che ogni bambino paga e il relativo valore reale del buono pasto che si evince dalla somma della quota fissa annuale con il valore giornaliero del buono pasto.
Dai dati emerge chiaramente come le quote reali sono decisamente alte. Basti pensare che il Comune di Castel d'Aiano fa pagare euro 4,00 come buono pasto e 80 euro annuali come quota fissa.
Ho calcolato le quote dividendo la quota fissa per 200 giorni che sono quelli previsti di scuola per legge.
Se il bambino è assente il valore del pasto aumenta in rapporto alle assenze, arrivando alla situazione dove, superando i 7 euro (quota indicata come costo reale del pasto al Comune), la famiglia paga di più del costo che sostiene il Comune, cosa questa che solleva dubbi di costituzionalità e di opportunità.
Dai dati emerge anche che l'incidenza del pasto scolastico annuo è in molti casi superiore al 10% del valore isee famigliare della fascia di riferimento, rappresentando un peso rilevante per la famiglia stessa.
Capisco che i continui tagli dal Governo centrale stiano rappresentando un problema pesante per le amministrazioni comunali ma gli aumenti dovrebbero essere graduali e comunque non contemporanei su tutte le voci di bilancio, alla luce anche del fatto che è stato assunto un direttore generale che incide sul bilancio per 43000 euro di contratto più altri 15000 di incentivo ad personam per titoli in suo possesso.
L'assenza di riduzioni delle rette scolastiche per famiglie numerose con più utenze sottolinea, se ce ne fosse stato ulteriormente bisogno, la totale mancanza di sensibilità di questa amministrazione nei confronti dei nuclei famigliari numerosi.

Il tema è stato affrontato anche da Loris Bonantini ( nella foto) , il quale, senza scorciatoie e tatticismi,  indica negli aumenti dei servizi scolastici il collante che dovrebbe portare le minoranze vergatesi a fare quadrato e avviare con maggior forza una azione risolutiva. “Analizzando i dati degli aumenti della mensa scolastica sono rimasto allibito”, dice Bonantini. “Sono inspiegabili, se si considera che si aggiungono ad altri aumenti, come l’addizionale Irpef  e la tassa sui rifiuti. Auspico una collaborazione fra le opposizioni per una azione comune che ridia ‘senso economico’ ai servizi comunali e perché chiedano un Consiglio comunale straordinario se l’amministrazione  non si ravvede e ritorna sui suoi passi. Ciò che sta accadendo è un ulteriore stimolo ed evidenzia ancora una volta l’opportunità che le opposizioni vergatesi trovino una intesa per incidere sulle scelte sbagliate attuali e per individuare il percorso da seguire affiancate  per le prossime tornate elettorali”.   


Abbiamo calcolato i reali costi che ogni famiglia deve sostenere per bambino per l'uso della mensa scolastica.
Tariffe reali refezione scolastica:
1° fascia ISEEda 0,00 a euro 6500,00                      scuola dell'infanzia  euro 445 anno  2,23 a pasto     
                                                                                  scuola primaria         euro 442 anno  2,21a pasto
2° fascia ISEE da 6500,00 a euro 10632,94             scuola dell'infanzia   euro 723 anno  3,6 a pasto
                                                                                  scuola primaria         euro 696 anno  3,48a pasto
3° fascia ISEE da 10632,95 a euro 20000,00           scuola dell'infanzia  euro 1158 anno 5,80 a pasto
                                                                                  scuola primaria        euro 1075 anno 5,38 a pasto
4° fascia ISEE da 20000,01 a euro 30000,00           scuola dell'infanzia  euro 1257 anno 6,29 a pasto
                                                                                  scuola primaria         euro 1168 anno 5,84 a pasto
5° fascia superiore 30000,00 e in assenza di ISEE   scuola dell'infanzia  euro 1356 anno  6,80 a pasto
                                                                                  scuola primaria           euro1267 anno 6,35a pasto

I costi a pasto sono calcolati su 200 giorni di fruizione del servizio mensa scolastica.
Nel momento che il bambino usufruisce del servizio per meno giorni il costo reale del  pasto aumenta perchè la quota fissa annuale deve essere divisa su meno giorni di fruizione reale del servizio, ad es:
5° fascia  non utilizzo di 10 giorni   infanzie euro 6,89        primaria 6,44
                non utilizzo di 20 giorni   infanzia euro 7,00        primaria 6,55
                non utilizzo di 30 giorni   infanzia euro 7,13        primaria  6,68
                non utilizzo di 40 giorni   infanzia euro 7,28        primaria  6,82
Alcune considerazioni sono d'obbligo;
                     esiste la reale possibilità che il costo del singolo pasto che la famiglia deve sostenere sia superiore al reale costo che l'Amministrazione Comunale sostiene indicato in euro 7, valore dei buoni pasto occasionali, operazione questa che solleva dubbi di costituzionalità;
                     le tariffe sono comunque estremamente elevate, dato che emerge dalla comparazione con quelle della maggior parte dei Comuni limitrofi;
                     in molti casi l'incidenza supera il 10% dell'ISEE famigliare;
                     totale assenza di sensibilità verso i nuclei famigliari numerosi perchè, anche se previsto nel regolamento, non è stata indicata nessuna riduzione percentuale per eventuali utenze famigliari multiple.
Penso che ogni commento sia superfluo.

Il consigliere Comunale
Argentieri Giuseppe








3 commenti:

Anonimo ha detto...

i Governi vanno chiamati con il cognome come faceva il PD quando titolavano il Governo Berlusconi

Ora si chiamano governi Monti - Letta - Renzi

Come mai a Vergato non fanno più mutui presso la Cassa Depositi e Prestiti come si è fatto nelle legislature precedenti?

Sferoide ha detto...

Nelle varie tariffe elencate non ho trovato il supplemento di 100 euro per chi non presenta l'ISEE che era in vigore negli anni passati. Questo balzello demenziale è stato soppresso?

Anonimo ha detto...

Gli aumenti tariffari che sono stati necessari per chiudere il bilancio comunale 2015 vanno letti come un sacrificio d'obbligo voluto dal sindaco Gnudi che ha fatto la scelta politica di mantenere attivi i servizi esistenti. E' rimasto aperto il nido, seppur con un calo della domanda pari al 50 %. Invece Castel d'Aiano, che è così virtuoso nel mantenere basso il prezzo del buono pasto, cosa risponde alle giovani famiglie che hanno avuto un bambino e devono tornare a lavorare? Ce lo dica, Dott. Argentieri, ci illumini.