venerdì 28 agosto 2015

Vignola apripista nel welfare di comunità con altri sette comuni della comunità dell’Unione Terre di Castelli.



Da E.R Sociale.

Welfare e comunità sono le parole chiave di un concetto di sociale che si sta sperimentando a Vignola. Una risposta, quella dell’Asp, alternativa all’assistenzialismo nella gestione dei servizi alla persona, al tempo dei finanziamenti pubblici che scarseggiano. Un progetto concreto da cui partire per poi sviluppare una nuova idea di welfare, che vedrà  pubblico e privato impegnarsi insieme. Ne è l’esempio il progetto di restayiling della Casa Residenza firmato da Paolo Portoghesi, tra i più famosi architetti del mondo. Una struttura per anziani pensata in modo diverso da quello tradizionale, dove le persone vengono perlopiù relegate al ruolo di assistiti, considerati perlopiù solo un costo per i bilanci pubblici. La casa residenza prevede spazi condivisi con al centro  l'anziano e attorno la comunità: asili, zone studio, spazi mensa comuni per combattere l'isolamento e promuovere la crescita delle persone attraverso una esperienza di prossimità, partendo da una struttura bella che può diventare attrazione anche per gli altri cittadini. Per realizzare questo progetto è stata definita una piattaforma condivisa di sostenibilità economica mettendo fianco a fianco i diversi interlocutori della società come l’azienda pubblica, banche, imprese, privato individuale, volontariato. L’Asp di Vignola, oltre alla residenza per anziani, ha già dato vita ad altre interessanti iniziative come il laboratorio “Caspita” per ragazzi con disabilità intellettiva e il “Centro I Portici” dove è stata avviata una collaborazione con Slow Food per la produzione di marmellate.
L’Asp di Vignola è stata tappa di una delle visite del “Giro” che la vicepresidente Elisabetta Gualmini sta facendo da alcuni mesi tra le diverse realtà di welfare della nostra regione. Per la vicepresidente:  “A Vignola già si intravedono le basi per tentare una strada innovativa di welfare di comunità, dove il pubblico dovrà essere in grado di stimolare il privato per cogenerare risorse. Un approccio che vorremmo sviluppare nel tempo in tutta la regione, ma che Vignola sembra già pronta a sperimentare, nel suo distretto, come apripista . Ognuno potrà dare il suo apporto, in uno scambio virtuoso e intergenerazionale tra le persone.”

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