domenica 23 agosto 2015

Tasse: lo Stato centrale spreme tre volte di più degli enti locali. Nell’immaginario collettivo si è diffusa l’idea che in questi ultimi anni governatori e sindaci sarebbero diventati dei nuovi gabellieri. Ma non è così




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Le tasse nazionali sono tre volte superiori a quelle locali. Nel 2014, come l'ufficio studi della Cgia di Mestre, all’erario sono confluiti ben 379,7 miliardi di euro, mentre nelle casse dei governatori e sindaci sono stati versati solo (si fa per dire) 106,1 miliardi di euro.
Sul totale delle entrate tributarie incassate dalle Amministrazioni centrali, il 60% circa è riconducibile all'Irpef (161,4 miliardi), all'Iva (97,1 miliardi) e all'Ires (31 miliardi).
A livello locale, invece, le imposte più pesanti sono l’Irap (30,4 miliardi di gettito), il combinato di Imu e Tasi (21,1 miliardi), l’addizionale regionale Irpef (10,9 miliardi) e l’addizionale comunale Irpef (4,4 miliardi). Su un totale di 485,8 miliardi di entrate tributarie percepite l’anno scorso dal fisco, il 78% circa è finito nelle casse dello Stato centrale e solo il 22% circa agli enti locali. "Nell’immaginario collettivo - dice Paolo Zabeo della Cgia - si è diffusa l’idea che in questi ultimi anni governatori e sindaci sarebbero diventati dei nuovi gabellieri, mentre lo Stato centrale avrebbe alleggerito la pressione fiscale nei confronti dei contribuenti". in realtà, le cose non sono andate proprio così. Se è vero che negli ultimi quindici anni le tasse locali sono aumentate del 48,4%, quelle in capo alle amministrazioni centrali sono cresciute del 36,1%. Un po' meno, ma non di molto. "In termini assoluti - prosegue Zabeo -, dalle Regioni e dagli enti locali abbiamo subito un aggravio fiscale di 34,6 miliardi di euro, mentre il peso del fisco nazionale è aumentato di ben 100,7 miliardi". Insomma, se dal 2000 le imposte locali hanno cominciato a correre, quelle erariali hanno registrato in valore assoluto un’espansione molto più vigorosa, con il risultato che le famiglie e le imprese, loro malgrado, sono state costrette a pagare sempre di più.
Per la Cgia di Mestre è doveroso sottolineare che enti locali e Regioni hanno aumentato i tributi in misura superiore ai tagli praticati dal centro: "Un confronto diretto tra la dinamica dei tributi locali e l’andamento dei trasferimenti risulta non del tutto agevole, anche in ragione dell’ampiezza dell’arco temporale considerato ovvero dal 2000 ad oggi". In questo periodo, evidenziano i tecnici della Cgia, sono state introdotte numerose modifiche normative che hanno avuto degli impatti significativi sui rapporti finanziari tra Stato e le amministrazioni locali. "In ogni caso - conclude Zabeo - in questi ultimi anni i trasferimenti correnti statali a beneficio di Regioni ed enti locali sono passati dai 53 miliardi di euro nel 2000 ai 35 miliardi nel 2013, ultimo anno disponibile, con una flessione del 35%, pari a 18 miliardi di euro. Sempre nello stesso periodo, le entrate tributarie a livello locale sono cresciute di 32,6 miliardi. Un importo, quest’ultimo, nettamente superiore ai 18 miliardi di tagli subiti".

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