lunedì 22 giugno 2015

Le Terme di Porretta vanno all'asta. Un altro perno dell’economia della valle del Reno a rischio chiusura.



Terme di Porretta all'asta, è ‘Rischio game over’ per la struttura, che andrà all'asta giovedì.

Andrea Carrà, funzionario della Filcams-Cgil,  in una nota riferisce di aver appreso che ‘da parte della società Gruppo alberghiero Helvetia, è stato depositato un ricorso al Tar che rende molto incerta la possibilità per un eventuale acquirente di poter subentrare nella concessione mineraria sull'uso delle acque termali’. Un ricorso ‘ad orologeria’, sostiene Carra', dopo che già nei giorni scorsi la Filcams si era espressa contro l'ipotesi di eventuali chiamate in causa del Tar.

Il ricorso, scrive infatti Carra', ‘ottiene l'unico effetto di far andare deserta l'asta stessa. Del resto, chi mai si azzarderebbe a presentare una proposta di acquisizione di una struttura termale in forte difficoltà, bisognosa di urgenti interventi di ristrutturazione, senza avere la certezza di poter far funzionare l'impianto?’.

In questo modo "si crea una situazione di estrema gravita', qualora non sia presentata alcuna offerta", perche' "alla curatela non resta che una decisione". Ovvero: "Chiudere l'esercizio provvisorio - continua il sindacalista- procedere al licenziamento di tutti i dipendenti rimasti (17 sono gia' stati licenziati a causa della cessata attivita' dell'albergo delle terme a seguito di un sequestro giudiziale dello stabile) e ovviamente riconsegnare la concessione mineraria alla Citta' metropolitana (o alla Regione)". Questo imporra' al gestore pubblico di "sigillare immediatamente le fonti e procedere ad una gara pubblica per l'assegnazione di una nuova concessione. A detta dei tecnici della Citta' metropolitana - riferisce Carra' - ci vorra' circa un anno, ad andare bene".

Nel frattempo, "nessuno sarà autorizzato ad utilizzare neppure un bicchiere di acqua termale", mette in chiaro il portavoce della Filcams. Si tratta di "gravi responsabilita'" che sono "unicamente in capo a chi rincorre vizi di forma", attacca Carra', sottolineando che ad oggi non si ha notizia di "alcun progetto alternativo volto a tenere in vita lo stabilimento. Forse bisognera' togliere il termine 'Terme' dal nome della nota cittadina del nostro Appennino".

Il sindacalista spiega di non conoscere i contenuti del ricorso, aggiungendo: "La mia organizzazione sindacale e' per la legalita' ed il rispetto delle regole, ma sono anche convinto che le norme vadano interpretate con un filo di buon senso e nell'interesse primario della collettivita'". Di conseguenza, "posso solo sperare che in queste ore torni a prevalere il buon senso, che l'asta veda un esito positivo. In caso contrario- conclude Carra'- saro' spietato nell'identificare le responsabilita' di quella che considero un'autentica follia".

(Fonte Dire)

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