venerdì 31 maggio 2013

Non c'è amianto a Rioveggio: gli esperti smentiscono gli allarmi diffusi nei giorni scorsi





Gli esperti
Il Comune di Monzuno, per un miglior chiarimento sull'esito degli esami effettuati per verificare la presenza di aminato nel matriali di scavo della Variante di Valico, ha inviato:

Si è svolto martedì 28 maggio il secondo incontro dedicato alla presunta presenza di amianto all’interno dei materiali depositati a Rioveggio, nel Comune di Monzuno, presso l’area di deposito AD5 e provenienti dalla galleria Sparvo della Variante di Valico. L'incontro, tenuto presso il centro civico le Caselline di Pian di Setta, ha visto la partecipazione di cittadini attenti e preoccupati che hanno potuto tirare un sospiro di sollievo: tutte le analisi svolte sull'aria e sull'acqua hanno dato esito negativo. A Rioveggio non c'è amianto.
L'appuntamento ha fatto seguito ad un'altra assemblea tenutasi il 23 maggio con la presenza di AUSL ed ARPA che però non aveva chiarito la situazione ed anzi per certi versi aveva contribuito a creare qualche allarme nella cittadinanza.
Il pubblico
Erano presenti i rappresentanti della società Autostrade, SPEA (società di progettazione e direzione lavori), del Centro Scansetti del'Università di Torino, dell’Università Bicocca di Milano e dell’Impresa Toto, esecutrice dei lavori, il sindaco di Monzuno Marco Mastacchi, che hanno contribuito a chiarire la situazione e a spiegare le ragioni di questo gigantesco equivoco che tanta preoccupazione ha destato negli abitanti della Valle del Setta.
Dopo i primi sondaggi negativi precedenti all’elaborazione del progetto definitivo, si è passati a quelli (sempre negativi) eseguiti per l’approvazione di quello esecutivo fino ad arrivare all’ormai famoso sondaggio, richiesto dall’AUSL, dei primi di marzo del 2013, svolto presso il deposito AD5 che ha denunciato contenuti di amianto elevatissimi e che in natura non si riscontrano neanche in regioni dove le rocce ofiolitiche sono molto più presenti che non nella provincia di Bologna.
Si è trattato tuttavia di un'analisi non significativa, per non dire fuorviante sotto l’aspetto della pericolosità dei materiali depositati: sui medesimi campioni infatti, conservati per la controprova, altri tre laboratori di analisi tra cui l’Università di Firenze hanno trovato contenuti di amianto pari a zero.
A spiegare il motivo di questi risultati ci hanno pensato il professor Cavallo dell’Università Bicocca di Milano e il  prof. Campagnaro del centro Scansetti di Torino che, dopo una necessaria introduzione al significato della parola “amianto” in rapporto alle rocce ofiolitiche trovate durante lo scavo, hanno affermato che il laboratorio che ha operato su mandato della Ausl ha considerato come amianto tutta la quantità di anfibolo presente: tuttavia i cristalli di anfibolo – minerale normalmente presente nelle rocce ofiolitiche - non aventi veste fibrosa non sono affatto pericolosi, dal momento che sono le fibre ad essere dannose per la salute.
Tutte le altre analisi effettuate sia sul terreno nelle aree dell’AD5 dove sono state depositate le frazioni di ofioliti sia proveniente dalla prima canna della galleria Sparvo che dalla seconda non hanno rilevato presenza di amianto (cioè di anfibolo con veste fibrosa) salvo in due casi che hanno rilevato contenuti di amianto ampiamente inferiori alle soglie di legge. Tutte le analisi sull’acqua hanno dato esito negativo. Tutte le analisi sull’aria hanno dato esito negativo.
Molte le domande ed i chiarimenti richiesti e forniti ed anche qualche perplessità circa l’andamento degli avvenimenti a dir poco paradossale e sui quali la Procura della Repubblica ha avviato delle indagini.
Il termine della serata ha testimoniato in modo chiaro che, al di là dei problemi che la costruzione dell’Autostrada crea quotidianamente alla popolazione e che non sempre vengono mitigati con la necessaria efficienza, vi è ragionevole certezza che nessuno ha respirato amianto né che ci siano rischi di respirarlo in futuro.
Sarà necessario eseguire ulteriori prove specialmente nell’aria durante i mesi estivi al fine di verificare ulteriormente ed al di là di ogni dubbio che i pericolosi aghetti di amianto non siano presenti nell’aria della Val di Setta che è già anche troppo polverosa a causa dei lavori e dei transiti dei mezzi pesanti.



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