lunedì 15 aprile 2013

A Sasso Marconi la mostra che ricorda i religiosi uccisi a Monte Sole.




Il sindaco Stefano Mazzetti e  don Dario Zanini
tagliano il nastro e visitano la mostra
E’aperta e visitabile tutti i giorni dalle 16 alle 18, nell’oratorio della parrocchia di Sasso Marconi,  la mostra dedicata ai sacerdoti e alle comunità martiri di Monte Sole.  A tagliare il nastro dell’inaugurazione, il parroco don Dario Zanini, il sindaco di Sasso Marconi Stefano Mazzetti, il dirigente dell’Istituto comprensivo del Capoluogo, Guglielmo Cuppi e mons. Alberto Di Chio.

L’interessante allestimento comprende reperti della II Guerra Mondiale e una serie di cimeli e oggetti sacri appartenuti ai sacerdoti e alle comunità religiose di Monte Sole al momento della rappresaglia nazista. La mostra resterà aperta fino a sabato 20 aprile.

L’inaugurazione  è  avvenuta a conclusione di una mattinata tutta dedicata ai sacerdoti e alle comunità martiri.


L'orchestra dei ragazzi dell'I.C. suona in piazza.
 Protagonisti, i ragazzi dell’Istituto Comprensivo di Sasso Marconi, sulla cui disponibilità ed entusiasmo è poggiata tutta l’organizzazione della commemorazione incentrata sul ricordo  dei religiosi che persero tragicamente la vita insieme ai fedeli loro affidati: don Giovanni Fornasini, don Ferdinando Casagrande, don Ubaldo Marchioni, don Elia Comini, padre Martino Capelli e suor Maria Fiori, dei quali è in corso il processo di beatificazione.


don Dario Zanini
 Abbiamo incontrato don Dario Zanini e gli abbiamo chiesto di commentare l’avvenimento:

“E’ questo un fenomeno sorprendente. Sia da parte mia che della Chiesa c’è gratitudine perché è  evidente la volontà di ricordare e diffondere la memoria di queste figure meravigliose. I sacerdoti martiri hanno seguito le loro comunità e hanno saputo affrontare i carnefici offrendo il loro petto disarmato alla ferocia militare nel vano tentativo di scongiurare il peggio. Sono molto lieto di questa iniziativa della scuola e dell’amministrazione comunale con una atteggiato di partecipazione che mi ha sorpreso molto positivamente”.

Lo sportello dell'ostensorio della chiesa di Casaglia 
  con il foro del proiettile della mitragliatrice tedesca.


Lei li ha conosciuti i sacerdoti martiri.

“Tutti tranne il salesiano don Comini. Aveva la mamma a Salvaro e lì passava le vacanze. Ed era a Salvaro proprio in un periodo di riposo quando ha incontrato la morte.  Ho avuto un legame forte con don Casagrande . In seminario era  il  ‘prefetto’ del mio gruppo, un mio  superiore. Con lui ho una infinità di foto e ricordi. I ricordi sono molti anche con il dehoniano padre Martino Capelli. Era a Castigliane dei Pepoli poiché con i primi bombardamenti di Bologna l’attività del seminario fu trasferita appunto a Castglione.   Un giorno si trovò a valicare le colline a Montorio per una funzione religiosa importante in quella parrocchia. Fu fermato dai partigiani poiché si sapeva di una spia ai loro danni che si travestiva da sacerdote. Non lo conoscevano e quindi sospettavano di lui. Solo grazie a uno del gruppo  che lo riconobbe fu lasciato libero con l’impegno di ripassare, al rientro, dalla postazione partigiana. Cosa che lui fece, anche se sconsigliato,  dicendomi ‘ Voglio parlare loro di Cristo’ e so che gli incontri ‘per parlare di Cristo’ furono più di uno”. Fu poi rastrellato e portato alla botte di Pioppe e qui gli fu offerto, insieme a don Comini, pure lui prigioniero dei tedeschi, di essere liberato. Lui rispose ‘o tutti o nessuno’ e fece la triste fine degli altri rastrellati. Qui il motivo della santità: la rinuncia alla libertà per condividere la sorte degli altri”.

la bicicletta di don Fornasini
A che punto è il processo di beatificazione dei religiosi?

“Di processi ce ne è una infinità perché il secolo scorso è stato il secolo dei martiri. Fra quelli uccisi dai nazisti e quelli dai comunisti si elencano più martiri nel secolo scorso che nel periodo dell’Impero Romano.
Siamo arrivati un po’ in ritardo. Comunque dopo la consegna dei plichi è stato riconosciuto che il materiale è molto interessante. Il processo  richiede tempi lunghi.  Abbiamo speranza perché il Pontefice attuale ha un evidente interesse perché si proceda: padre Marella per esempio è già giudicato ‘venerabile’, il gradino che precede la beatificazione”.

Giudica la partecipazione larga a questo evento, il superamento della lettura politica degli avvenimenti della seconda guerra mondiale e l’avvicinamento a quella storica?

La pisside colpita da un proiettile ritrovata a Casaglia
“La lettura politica rimane con tutto il suo bagaglio. Stanno  diminuendo i protagonisti di allora. Sono comunque fiducioso nel futuro perché la verità a lungo andare emerge sempre. Il fanatismo che ha ispirato una versione di parte si sta attenuando e le figure dei sacerdoti che si sono comportati come sappiamo diventeranno i protagonisti di una storia dolorosa ma edificante. Aggiungo la mia  convinzione che il martirio di questi sacerdoti e dei loro fedeli, soprattutto dei bambini, riscatterà l’orrore della strage, come è avvenuto per la storia dei martiri. Adesso, ad esempio, si parla dei martiri della catacombe ma non di chi li ha uccisi”.






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