sabato 18 agosto 2012

Il lungo viaggio verso Santiago raccontato dal protagonista.

Lisbona- partenza.

Settecento chilometri a piedi, in quindici tappe consecutive da Lisbona a Santiago di Compostela, sotto il sole di agosto, con una microfrattura alla tibia procurata nei primi giorni, in compagnia della propria determinazione e di una impostazione mentale e fisica adeguata. Questo è il ‘record’ appena stabilito dal dottor Mariano Marino, dietista , specialista per lo sport. Sveglia alle quattro e mezza del mattino e poi anche quattordici ore di cammino per le strade dei pellegrini, molte delle quali fra boschi e campi.
“Non facevo molte soste: la pausa di riposo ti rende difficile ripartire perché sei stanco.  Mi fermavo dopo 25 chilometri per rifocillarmi poi ripartivo per raggiungere il luogo stabilito”.
Fatima
Racconta di aver fatto anche una tappa di sessantacinque chilometri in un giorno. “In Portogallo non è come da noi. I centri abitati a volte sono molto distanti tra loro. Quel giorno “ racconta Mariano’, “ avevo già percorso i quarantacinque chilometri della tappa ma non avendo trovato nessun centro abitato ho proseguito nella certezza di arrivare  dopo poco in un luogo dove trovare un rifugio per dormire. Solo al 58 ° chilometro ho trovato un centro abitato, ma era senza alberghi , ostelli o caserme dei pompieri. Mi è stato detto che avrei trovato ciò che cercavo dopo sette chilometri. Ho continuato piano piano a tre chilometri l’ora  e ho raggiunto l’agognato albergo. Ero stanchissimo”.
Porto.

Cosa hai riportato dal Portogallo?

“E’ stata una grandissima esperienza dal punto di vista fisico, mentale, spirituale e sociale. Fisico poiché in una situazione come quella ci si mette alla prova, il corpo cambia nel tragitto e la fatica mette a nudo gli acciacchi; mentale, perché una mente forte è importantissima e fondamentale per consentirti di superare le difficoltà; spirituale perché il viaggio cambia il rapporto con il tuo intimo, ti avvicini a Dio e ai suoi valori e così non sei mai solo e hai una forza in più. E infine sociale perché intrecci relazioni con le persone di culture diverse che incontri da cui puoi imparare tante cose”.
SANTIAGO- L'arrivo.

Ti sei definito da ‘record’ perché?

“Non ho conosciuto nessuno che abbia fatto nei tempi ,nella lunghezza e con la temperatura di 38-40 gradi ciò che ho fatto io. Parlando della mia esperienza in corso con i ‘fratelli di fatica’ che ho incontrato, qualcuno mi aveva soprannominato ‘Rambo’.”








In cammino: tra campi di mais.
Tu sei un dietista specialista dello sport. Come ti sei nutrito?

“Seguo la dieta Vegana, che elimina carni e cibi di origine animale.  Mi nutrivo quindi con pane, frutta secca, frutta e verdura fresca che molto spesso trovavo nei campi lungo il cammino. Prendevo due mele, qualche pomodoro, due pere, una carota . La terra è generosa e buona. Alla sera legumi e verdura. Ogni tanto trovavo il Tofu, formaggio di soia, per alternarlo ai legumi. Non potevo cucinare. Solo una volta mi è stato possibile e ho fatto ‘riso e fagioli’.  Questa dieta mi consentiva un ottimo recupero e ho potuto constatare che è la migliore per chi fa sport”.


In cammino tra i boschi.
on hai trovato nessuno che potesse venire con te, un compagno di viaggio ?

“Ho voluto io andare da solo perché mi sono riproposto  di essere in grado di superare tutti i problemi. La vita è così, devi trovare in te la forza  e non abbatterti . dobbiamo imparare ad accettare la paura e a gestirla. E’ nelle difficoltà che si ‘salta fuori’ la forza di una persona.  Il Portogallo è una grande terra con un grande popolo ospitale e questo mi ha aiutato molto”.






Come ti sei gestito nell’affrontare le tappe del viaggio?

 “Ogni mattina preparavo uno zaino essenziale: doveva esserci tutto il necessario ma nulla di superfluo per avere meno peso possibile. Riporre tutto in modo ordinato era importante per non perdere tempo. In tutto questo mi ha aiutato l’esperienza fatta nei militari.”  







 La prima ad accoglierlo in Italia è stata Silvia la sua fidanzata, con cui è stato sempre in contatto e da cui ha avuto un notevole supporto psicologico e specialistico, pure lei dietista e vegetariana.
Alla domanda di un curioso che non si spiega come abbia potuto superare una tale fatica senza assumere le proteine della carne, unica vera fonte di forza per i muscoli, Silvia precisa. “i legumi hanno sette degli otto aminoacidi essenziali   che formano la proteina. L’ottavo lo si trova anche nei carboidrati come il pane. La proteina quindi Mariano le trovava nella frutta secca e nei legumi che mangiava con il pane. Il vantaggio è che questi alimenti sono molto digeribili a differenza della carne che impegna a lungo il fisico per degerire. Questo spiega il suo buon recupero”.


Mentre Mariano e Silvia raccontano, il cagnolino Cico lo guarda adorante e non si stacca dai suoi piedi: per lui conta solo il fatto che Mariano è finalmente tornato a casa.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

more then a friend... an example for life!!! grande Mariano!!!

André Oliveira, Portugal!

Anonimo ha detto...

Noi c'eravamo. L'abbiamo visto con i nostri occhi!
Grande Rambo......
Orlando & Diletta

Anonimo ha detto...

Noi c'eravamo e l'abbiamo visto!!...anche se per poco... (andava troppo forte)
Grande Rambo!!
Orlando & Diletta