lunedì 14 novembre 2011

Caro lavoro resta a Sasso Marconi.


Il mondo politico sassese ha salutato con compiacimento l’accordo raggiunto recentemente sulla vertenza Kemet che pone fine a una pluriennale incertezza organizzativa del polo produttivo. Incertezza che ha coinvolto, non solo coloro che vi operano, ma anche le comunità della valle del Reno e del Setta che hanno visto tristemente scomparire molte delle realtà industriale delle vallate. L’ex Arcotronics è parsa l’ultimo baluardo da difendere con determinazione per conservare una presenza industriale nelle vallate.

Davide Nuvoli, segretario del Partito Democratico di Sasso Marconi, ha sottolineato: “Kemet, in controtendenza alla razionalizzazione che sta compiendo in Europa, ha deciso di intensificare i suoi investimenti nella nostra regione, di non effettuare licenziamenti e di realizzare una nuova sede dell'azienda entro i prossimi 24 mesi dove collocherà il proprio centro di ricerca europeo per lo studio di nuovi prodotti. Un evento questo raro e di grande importanza che dimostra come nel nostro paese sia possibile investire grazie alla qualità dei prodotti e del lavoro”.

Sulla stessa lunghezza d’onda il consigliere comunale del PDL Eugenio Salamone che, dopo aver precisato che il testo dell’accordo non è ancora disponibile per cui un giudizio di merito non è ancora possibile dare, ha detto: “Un dato importantissimo e certo è quello che Kemet resterà a Sasso Marconi e darà al lavoro in Italia un ruolo di primo piano nell’organizzazione produttiva della multinazionale. Di questo successo crediamo di avere un po’ di merito per aver fatto intervenire l’allora viceministro del Governo Berlusconi, Vincenzo Urso e per aver avviato una raccolta di firme a favore della permanenza a Sasso Marconi dell’ex Arcotronics”.

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